Quando l’amore chiama, non c’è virus che tenga.
Lazzaro e Maria Elena volevano sposarsi, com’era nei loro programmi. E non importa se la pandemia in corso avrebbe impedito i festeggiamenti per le nozze, che per tradizione nella loro terra d’Africa sono molto sentiti e quasi platealmente allegri.
Lui originario della Liberia, lei del Congo, lui neppure battezzato a causa della sanguinosa guerra civile che ha devastato il suo Paese, lei cristiana praticante, i due ragazzi vivono ormai da cinque anni a San Giovanni Reatino, alle porte del capoluogo. Eppure, il percorso verso il matrimonio appariva complicato, pieno di ostacoli logistici, religiosi e burocratici.
A giungere “in soccorso” degli aspiranti sposi arrivano così Daniele e Marina, della Pastorale Diocesana Familiare. «Padre Mariano e padre Luca, dopo aver appreso le difficoltà della coppia, li hanno affidati a noi, perchè li seguissimo in un percorso di accompagnamento verso il sacramento. Prima ci siamo visti in territorio neutro, nei locali della parrocchia, poi abbiamo man mano preso confidenza e i nostri incontri si sono svolti a casa loro».
Così, quella che era una conoscenza Un matridiviene man mano un’amicizia, o addiritutura qualcosa in più. Marina pensava fosse tutto più difficile, invece «erano più preparati di come pensassimo. Abbiamo commentato insieme il Vangelo, ma in cuor loro la Parola c’era già. Maria Elena e Lazzaro sono animati da un amore genuino che ha permesso loro di affidarsi con fiducia, e quindi coronare il proprio sogno con estrema consapevolezza e contro ogni avversità».
Avversità anche familiari. Proprio per il tempo epidemico che non avrebbe permesso di onorare e rispettare appieno le tradizioni, lo zio della sposa si oppone ad un matrimonio «senza festa», e ne nascono frizioni. Eppure, l’intenzione rimane ferma. «Siamo partiti dalle loro esigenze – spiega Daniele – cercando di supportarli senza forzarli, ma la cosa che ci ha colpiti di più è stata la loro ferma volontà di sposarsi, e di farlo subito, nonostante tutto e tutti».
Ed è così che quello che pareva un sogno difficile da concretizzare si avvera, e in una giornata di fine ottobre, nel pieno corso della seconda ondata dell’emergenza epidemica, il matrimonio viene celebrato, con rito misto.
Maria Elena racconta le sue nozze con la gioia nella voce, attraverso con una lingua che alterna l’italiano al francese. «Era deciso, ormai, e così volevamo fare. L’amore è l’importante». La cerimonia, svolta nella chiesetta di San Giovanni Reatino, si svolge naturalmente nel rispetto delle norme, e nel segno della più pura ed essenziale semplicità. La sposa è in bianco candido, lo sposo in blu, con il tocco delle terre d’origine che non può mancare: il bouquet e il fiorellino all’occhiello dello sposo hanno infatti il sapore inconfondibile dell’Africa, e sono stati confezionati con cura da un’amica del cuore. E anche l’uscita di casa degli sposi, ha il sapore della calda accoglienza.
Lazzaro varca il portone del tetto coniugale, la sposa scende invece le scale dell’abitazione dei proprietari di casa, ormai divenuti amici di famiglia. Venti persone in tutto, forse meno: ma ci sono quelle necessarie. Daniele e Marina fanno da testimoni, e dall’altro lato c’è una sorpresa che lascia tutti a bocca aperta. La testimone della sposa è l’attrice Maria Grazia Cucinotta, giunta a San Giovanni Reatino per partecipare attivamente al sigillo dell’amore tra gli sposi. Maria Elena la vede facendo per caso zapping su Tv 2000, proprio mentre pronuncia la frase: «Sono felice per le piccole cose», e ne rimane folgarata. «Mi ha trasmesso una gioia che non sapevo esprimere, mi sono messa alla ricerca su internet e sono riuscita a contattarla, a dirle che la volevo come testimone. Non l’ho detto a nessuno, fino al giorno stesso: lo sapeva solo mio marito, ma anche lui è stato scettico fino all’ultimo».
Una gioia nella gioia, la presenza di un personaggio famoso che accetta senza remore di siglare la purezza di questo amore, e giunge dalla Capitale con il marito per condividere un momento felice. «Ci ha colpito la sua semplicità – dicono Daniele e Marina – si vedeva che era contenta di farlo: ogni tanto sistemava il velo alla sposa, le chiedeva se avesse bisogno di qualcosa. Ci ha confidato di non averci pensato su: perchè no, in fondo, è stata la sua risposta alla richiesta di Maria Elena. Voleva farle un regalo nell’anno in cui lei festeggiava le sue nozze d’argento».
Qualche lacrima, una felicità immensa, un brindisi semplice con la bottiglia che Marina nasconde nella borsetta da cerimonia. Con buona pace dello zio, che ormai quietato ha accompagnato perfino la nipote all’altare. Viva gli sposi!