In questo tempo così particolare nel quale le sicurezze sono precarie, gli affetti sono divenuti privazioni, la solitudine e lo scoraggiamento aumentano a dismisura e gli interrogativi, sul presente e sul futuro, sono divenuti pane quotidiano, nasce l’idea e il desiderio di condividere uno strumento, quello della Corona di Avvento, attraverso il quale le famiglie possano vivere, nelle quattro domeniche che precedono il Natale, momenti di raccoglimento in cui tutto si ferma per dare spazio alla riflessione condivisa e alla preghiera.
Le candele che vengono accese in questa piccola liturgia domestica sono un simbolo carico di significato poiché rappresentano il passaggio dalle tenebre alla luce, dalla morte alla vita, che si realizza con la venuta di Gesù nella storia degli uomini.
Questa corona vuole essere un aiuto a stare vigili in un periodo in cui sia la pandemia (che ha stravolto ogni schema) sia la malata frenesia pre-natalizia non rendono semplice una preparazione interiore e condivisa ad accogliere Gesù. Ed essere vigili significa non distogliere lo sguardo. Non perdere di vista Lui che può ridare speranza, gioia e forse consapevolmente farci dire il nostro sì.
Nella sua lettera agli artisti, Giovanni Paolo II sottolinea con chiarezza come la Chiesa abbia bisogno dell’arte per trasmettere il messaggio di Cristo. Si è voluto così affiancare alle parole e ai simboli della Corona dell’Avvento, per gli adulti, quello che è considerato da molti il linguaggio universale, la presentazione di quattro quadri d’autore che contengono e comunicano messaggi importanti per prepararci al Natale e forse contribuiranno a fare della nostra vita, come disse papa Wojtyla, «un’opera d’arte, un capolavoro».
Pastorale Diocesana della Famiglia